AI DOCENTI
AGLI ALUNNI
SEDE CENTRALE
Sede Aggregata di Fonte Nuova
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OGGETTO: rassegna filmica 2017/18.
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Si comunica a tutti i docenti che, a partire dal mese di dicembre, prenderà avvio l’attività di proiezione filmica proposta da Casa della Pace e lo svolgimento di spettacoli teatrali promossi dall’Ass. Cult. Daniel Zagni. Attraverso il progetto “La mia storia. Memoria collettiva”, la riflessione condivisa sarà supportata dagli incontri con testimoni anziani, referenti dell’ANPI e rifugiati, con storie di vita in grado di ricreare un filo sottile invisibile tra le Guerre Mondiali e quelle più recenti, ascoltando la voce di chi le ha vissute in prima persona. Gli alunni s’interrogheranno lungo un percorso che li coinvolgerà in dibattiti sui temi della giustizia, della solidarietà umana e del riscatto sociale attraverso la visione di film, alla ricerca della loro idea di “bellezza”. Le proiezioni avranno luogo al cinema Mancini e saranno l’occasione per gli studenti di incontro e di dialogo con gli attori, i registi, i responsabili della produzione.
Le prenotazioni si potranno effettuare entro e non oltre 30 giorni prima dello spettacolo.
Costo del biglietto: 4 euro
In attesa di una comunicazione per l’orario d’inizio, che dovrebbe essere confermato per le ore 10, con un dibattito e una discussione a seguire, si invita chiunque fosse interessato a partecipare con le proprie classi a prendere contatto con la referente del Progetto, prof.ssa Francesca Rossi e con la Vicepresidenza.
Per lo spettacolo teatrale (costo:10 euro), la raccolta delle adesioni si chiuderà il 27 ottobre.
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Di seguito, in allegato, il calendario.
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. LA DIRIGENTE SCOLASTICA
. Prof.ssa Giuliana Vazza
. (Firma autografa omessa ai sensi dell’art. 3 C.2 del D. LGS. 39/93)
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Spettacolo presso il Teatro Ramarini:
Venerdì 1 dicembre
DOPPIO TAGLIO Con il Patrocinio di Pari Opportunità RAI Marina Sanesi. Testo di Cristina Gamberi. Voci fuori campo di Filippo Solibello e Marco Ardemagni della trasmissione Rai Caterpillar.
Uno spettacolo che affronta la tematica della violenza contro le donne, distinguendosi per la scelta di uno sguardo trasversale: non il racconto della vittima, né quello di un testimone, tanto meno del carnefice ma il disvelo di alcuni meccanismi che agiscono sotto traccia, attraverso i quali il racconto dei media può plasmare la nostra percezione del fatto, trasformando anche la più sincera condanna in un’arma, appunto, a doppio taglio. Il tutto elaborato in una narrazione semplice ed immediata, capace di coinvolgere e sorprendere.
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Proiezione di film al cinema Mancini:
gennaio 2018, (data da definirsi)
TUTTO QUELLO CHE VUOI di Francesco Bruni.
Un romanzo di formazione che si fa confronto generazionale, quello sceneggiato da un Bruni che ha attinto dalla propria esperienza di figlio con papà malato d’Alzheimer per delineare i lineamenti di un personaggio malinconicamente dolce. Protagonista della pellicola, infatti, un dimenticato poeta di 85 anni, amico intimo di Sandro Pertini e un tempo soldato durante la II° Guerra Mondiale. Alessandro, 22enne trasteverino che ha abbandonato gli studi per spacciare nel quartiere con i suoi tre fidati amici, accetta malvolentieri di accompagnarlo in giro per Roma, nel pomeriggio, alla modica cifra di 20 euro l’ora. I due, ovviamente, sono agli antipodi. Uno giovane e l’altro anziano, uno ignorante e l’altro colto, uno pacato e l’altro turbolento, uno della Roma e l’altro tifoso del Grande Torino, uno visibilmente malato e l’altro nel fiore dell’età. Eppure giorno dopo giorno, passeggiata dopo passeggiata e sigaretta dopo sigaretta nasce un’inattesa complicità tra Giorgio e Alessandro, fatta di incomprensioni date dalla malattia e di ricordi che tornano a galla, di tenerezze inaspettate e amicizie impreviste. Ma tra le tante reminiscenze passate faticosamente tornate in superficie ce n’è una che porta entrambi, insieme ai tre scapestrati amici del ragazzo, fin tra i monti della Toscana, in una vera e propria caccia al tesoro che spingerà tutti verso un’avventura che mai nessuno potrà dimenticare.
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Lunedì 19 febbraio 2018
LE OMBRE DELLA SERA di Valentina Esposito con gli attori detenuti ed ex detenuti di Rebibbia.
L’Art. 27 della nostra Costituzione assegna alla pena detentiva la funzione di sostenere e accompagnare i cittadini reclusi in un percorso di rieducazione e riabilitazione per metterli in grado, una volta scontata la condanna, di reinserirsi socialmente e professionalmente nella collettività civile.
Il film, interpretato da 5 ex detenuti del Carcere di Rebibbia N.C., nasce con l’intenzione di raccontare il difficile percorso di reinserimento sociale e lavorativo che intraprendono
i “liberanti” tornando nel mondo esterno dopo anni di lontananza. Seguendone i percorsi in modo discreto e partecipato, il progetto si propone di intrecciarne le tormentate biografie, e raccontare la commovente avventura del ritorno a casa dopo anni di detenzione, il percorso di ricostruzione degli affetti e delle relazioni sociali, le difficoltà di orientamento in un mondo tanto diverso da quello conosciuto e lasciato.
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Venerdì 9 marzo 2018
IN BETWEEN – BELLE DISOBBEDIENTI E INNAMORATE di Maysaloun Hamoud presenta Federico Pontiggia, critico cinematografico di La rivista del cinematografo.
Tel Aviv. Sera. Un gruppo di amici balla in un club sino all’alba. Seguiamo due di loro sino a casa. Si chiamano Laila e Salma, sono giovani, belle e sembrano serene. Scopriremo presto essere invece fragili ma fortissime, grazie alla loro amicizia, e all’arrivo di una terza coinquilina, la mite Nour, in città per studiare e in procinto di sposarsi. Le tre sono: un avvocato che vince cause difficili contro uomini non adusi ad avere una controparte sui tacchi, la “ribelle” Laila; una dj-barista lesbica con una famiglia che cerca di combinarle un matrimonio, l’anticonformista Salma; e una studentessa, Nour, appunto, che sogna la laurea e la vita coniugale, ma presto scoprirà il lato meschino e intollerabile dell’integralismo. Le tradizioni si scontreranno, infatti, con la determinazione e l’indipendenza delle tre ragazze, per nulla propense a svendere la propria individualità e asservirsi al volere di altri da sé. Per questo motivo Salma discuterà con il padre a causa della sua omosessualità; Nour litigherà con il suo promesso sposo perché colpevole agli occhi dell’uomo di essersi fatta corrompere dallo stile di vita delle coinquiline; e Laila si confronterà con il suo compagno, il quale si rivelerà meno aperto e cosmopolita di quanto inizialmente amasse definirsi.
Una storia di emancipazione e amicizia tutta al femminile nella cornice di una metropoli in costante fermento come Tel Aviv. Un luogo in cui convivono palestinesi e israeliani, una città “nel mezzo”, appunto, un ponte tra due culture, due tradizioni e due stili di vita. Ed è questo il posto ideale in cui donne come le nostre Salma, Laila e Nour, possono trovare una loro dimensione, esprimere sé stesse e lanciare un messaggio forte e chiaro alla società.
Lunedì 16 aprile 2018
BRUTTI E CATTIVI di Cosimo Gomez, con Claudio Santamaria.
Protagonisti di questa laida commedia sono un manipolo sgangherato di persone che progettano una rapina in banca, tra cui il Papero ex circense senza gambe, Ballerina senza braccia ma con una grande padronanza di gambe e piedi, Pliss un rapper gangster nano e Giorgio Armani detto il Merda un tossicone con i rasta e la canna sempre accesa.
Questo gruppo di infelici mendicanti un giorno, stanchi della propria condizione infausta, si daranno alle ruberie, consacrando un’esistenza miserabile ad un futuro nel benessere e nel lusso.
Ma i soldi facili daranno il via a una serie di sfortunati eventi: mafia cinese, prostitute in schiavitù e vendette personali, che porteranno questa banda di freaks a dover sgomitare per esistere, in un mondo che riserva loro o la pietà o il crimine.
Brutti e cattivi colpisce senza dubbio per l’estetica, i colori psichedelici, saturi, quasi accecanti, ed è sostenuto da un’idea rischiosa, che osa e tratta un argomento delicato, quale la disabilità, spaziando attraverso tutto ciò che appartiene a questa parola. Non è una semplice disabilità fisica parte del tessuto filmico, ma le avversità della vita stessa, di chi subisce angherie e sopraffazioni senza rimanerne sconfitto. Ed è la reazione forte, viscerale dei protagonisti a essere il perno su cui si fonda una pellicola dissacrante e coraggiosa. I personaggi vengono presentati come inabili e solitari mendicanti, ma ben presto ci si rende conto di come siano abili a reagire alla loro sfortuna, nei modi più dissoluti o con mezzi totalmente disattesi.
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Marzo 2018 (data da definirsi)
L’ORDINE DELLE COSE di Andrea Segre (visione gratuita grazie al patrocinio di Amnesty International)
Il segreto è non provare compassione: chi lavora con i profughi deve forzarsi di considerarli numeri, entità solo genericamente umane. Guai a guardarli negli occhi, perché c’è il rischio del riconoscimento reciproco, come esseri della stessa specie, viventi e coscienti, che sarebbe un ostacolo al lavoro.
Mai abbassare la guardia per un momento, dice il film, presentato al Festival di Venezia, perché un’empatia invincibile si può insinuare anche nel senso del dovere più rigido. È quello che succede a Corrado, funzionario del Viminale impegnato ad arginare la corrente di migranti con una delicata missione in Libia. Il Governo italiano lo sceglie per affrontare una delle spine nel fianco delle frontiere europee: i viaggi illegali dalla Libia verso l’Italia. Corrado, insieme a colleghi italiani e francesi, si muove tra stanze del potere, porti e centri di detenzione per migranti. La sua tensione è alta, ma lo diventa ancor di più quando infrange una delle principali regole di autodifesa di chi lavora al contrasto dell’immigrazione: mai conoscere nessun migrante, considerarli solo numeri. Corrado, invece, incontra Swada, una donna somala che sta cercando di scappare dalla detenzione libica e di attraversare il mare per raggiungere il marito in Europa. Come tenere insieme la legge dello Stato e l’istinto umano di aiutare qualcuno in difficoltà? Corrado prova a cercare una risposta nella sua vita privata, ma la sua crisi diventa sempre più intensa e s’insinua pericolosa nell’ordine delle cose.
Dal primo istintivo gesto di generosità nasce un canale di collegamento, inevitabile ma pericoloso per la realtà consolidata, per quell’ordine delle cose che deve restare come è sempre stato, e da cui il film prende il nome. Corrado capisce di avere davanti a sé una persona: con i suoi libri preferiti, che siano lunghi, perché quando finiscono è sempre un dispiacere, con l’ansia di raggiungere il marito in Finlandia, con la certezza che un futuro accettabile è vicino, poco al di là delle onde.