AI DOCENTI
AGLI ALUNNI

SEDE CENTRALE
SEDE AGGREGATA – FONTE NUOVA

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OGGETTO: rassegna filmica 2018/19.

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Si comunica a tutti i docenti che, a partire dal mese di febbraio, prenderà avvio l’attività di proiezione filmica proposta dall’Ass. Cult. Daniel Zagni.

Gli alunni s’interrogheranno lungo un percorso che li coinvolgerà in dibattiti sui temi della giustizia, della solidarietà umana e del riscatto sociale attraverso la visione di film, scelti per lo spessore di contenuti di grande attualità e la valenza artistica della loro realizzazione.

Le proiezioni avranno luogo al cinema Mancini e saranno l’occasione per gli studenti di incontro e di  dialogo con gli attori, i registi, i responsabili della produzione.

Si invita chiunque fosse interessato a partecipare con le sue classi a prendere contatto con la referente, la prof.ssa Rossi.

COSTO PER 3 SPETTACOLI 10€, COSTO A SPETTACOLO 4€.
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In allegato (di seguito), il calendario.

13 FEBBRAIO ORE 9.00

LA COTTA regia ERMANNO OLMI – 1967

durata 50 minuti

Partecipa  Federico Pontiggia
Giornalista Cinematografico de “La rivista del cinematografo” – “Il fatto quotidiano”
Conduttore televisivo Movie Mag (tutti i mercoledì su Rai Movie 2^ serata)

“Maestri si nasce: La cotta (1967) è un medio metraggio superlativo di Ermanno Olmi, che dice pane al pane, amore all’amore e cinema al cinema” – F. Pontiggia

La cotta è un film per la televisione a mediometraggio sceneggiato e diretto da Ermanno Olmi. È stato prodotto dalla Rai Radiotelevisione Italiana nel 1967.

Narra dell’iniziazione sentimentale (con i riflessi psicologici ed i turbamenti che questo passaggio di vita comporta) di due giovani poco più che adolescenti.

Girato in bianco e nero e ambientato nella Milano del miracolo economico italiano che cominciava a sfumare verso l’autunno caldo e gli anni della contestazione, il mediometraggio è interpretato da due attori non professionisti, Giovanna Claudia Mongino e Luciano Piergiovanni, rispettivamente nei ruoli di Jeanine, adolescente di origine francese, ed Andrea, giovane milanese alla ricerca di nuove ed originali tecniche di seduzione e corteggiamento delle coetanee.

L’amore fugge, soprattutto negli adolescenti: lo aveva già detto Truffaut e Olmi lo ribadisce, raccontando i facili turbamenti sentimentali di un sedicenne vivace e romantico. Lo stile registico persegue l’autenticità attraverso i dialoghi, freschi e spontanei come gli attori che li pronunciano, e il forte risalto sull’ambientazione milanese, ma guarda anche a tecniche più sperimentali, innestando flash con le possibili situazioni immaginate dal giovanissimo protagonista.

La proposta di un film in bianco e nero, che parla in modo delicato  dell’amore e dei suoi turbamenti, ci è sembrato un buon modo per mettere a confronto due generazioni incredibilmente distanti ma allo stesso tempo incredibilmente vicine.

La proiezione verrà preceduta da estratti dell’ultima intervista di Ermanno Olmi realizzata da Federico Pontiggia.

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11 marzo ore 9.00

La nave dolce

regia Daniele Vicari – 2012
durata 1h30’

Partecipa il regista e Michela Greco giornalista cinematografica “Leggo”

“[…] credo che, soprattutto in questo periodo storico, ci sia bisogno che i nostri intellettuali, i nostri artisti si mettano in gioco e riflettano sul passato recente. Cerco le cose che mi succedono intorno e che hanno determinato il nostro modo di essere” Daniele Vicari

“La nave dolce”, il potente resoconto di un evento epocale, dopo il quale niente fu più lo stesso. E’ nei fatti di quei giorni dell’agosto 1991 che si trova il germe dell’Italia di oggi” Michela Greco

Nell’agosto nel 1991, nel porto di Bari, la Vlora, una nave proveniente dall’Albania fa sbarcare in Italia più di diciottomila profughi alla ricerca di una vita migliore rispetto a quella che gli offriva il paese d’origine. La Vlora è un vecchio e malandato mercantile costruito all’inizio degli Anni Sessanta a Genova. Il 7 agosto 1991 la nave, di ritorno da Cuba, arriva al porto di Durazzo. Sono in corso le operazioni di scarico quando una folla enorme di migliaia di persone assale improvvisamente il mercantile, costringendo il capitano Halim Malaqi a fare rotta verso l’Italia.  Incontriamo alcuni dei protagonisti di quella vicenda, divenuti con il tempo cittadini italiani integrati e di tutto rilievo. Tra di essi il ballerino Kledi Kadiu, allora sedicenne, e Robert Budina, regista. Per molti altri, tuttavia, il destino fu il rimpatrio. A distanza di diciotto anni Daniele Vicari ci ripropone le immagini documentarie di quel viaggio della speranza trasformandole in una narrazione condotta da chi su quella nave (‘dolce’ perché con a bordo un carico di zucchero che è servito, come ricorda uno degli interventi, “a tenere viva l’anima”) c’era.

Riconoscimenti:

PROIEZIONE SPECIALE, FUORI CONCORSO, ALLA 69. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2012), PREMIO FRANCESCO PASINETTI (SNGCI) COME MIGLIOR DOCUMENTARIO – BIOGRAFILM LANCIA AWARD (EX AEQUO CON “BAD25” DI SPIKE LEE).

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15 aprile ore 9.00

Santiago Italia 1973

Regia Nanni Moretti
Durata 1h20’

Partecipano  Cecilia Valmarana e Fabio Ferzetti giornalista e critico cinematografico de “Il Messaggero”

Nanni Moretti sembra qui voler esplicitare come gli anni ’70 fossero un’epoca in cui l’ideologia e il sogno politico di un mondo nuovo portava ancora a prendersi cura degli altri. Lo si intuisce già dal titolo, Santiago, Italia, come questo particolare documentario, oggetto poco consueto nella filmografia del regista romano, sia uno sguardo che unisce la memoria degli anni dal 1970 al 1973, dalla salita al governo democraticamente di un’alleanza di sinistra che univa dai socialisti ai comunisti, fino all’orrido colpo di stato militare guidato da Pinochet e finanziato dalla CIA. Ma non solo, è anche il ritratto di un’Italia ancora unita da valori comuni che nel caso del golpe cileno furono dimostrati in pieno, coinvolgendo non solo i partiti di sinistra estrema, ma anche quelli di governo, come repubblicani o DC.

“Io non sono imparziale”, è così che Moretti rompe con la ritualità piuttosto classica fatta di interviste e materiali di repertorio con cui ha impostato il suo film

Ma come si può essere imparziali di fronte al bombardamento dell’esercito del suo stesso palazzo presidenziale, per cacciare un governo democraticamente eletto, caso unico per un partito comunista, che aveva portato avanti una politica totalmente legittima?

Il primo merito di Santiago, Italia è di ritornare su vicende sicuramente conosciute, ma che è sempre bene ricordare, specie in un periodo in cui la democrazia viene data per assodata.

Santiago, Italia è universale perché mette al centro l’umanità dell’esperienza di vita di queste persone, di chi le accolse e poi le accettò offrendo loro un lavoro. Il tutto facendo parlare fatti e storie, senza rabbia, solo con lo sgomento dell’emozione di queste persone che diventa l’emozione dello spettatore.

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13 maggio ore 9.00

Sacco e Vanzetti – 1971
Regia Giuliano Montaldo

Durata: 2h
Partecipa: in via di definizione

“Alla fine degli anni Sessanta, con gli avvenimenti del ’68, si creano fermenti nuovi, diversi, da cui tutti veniamo un po’ scossi. E poi un riflusso, che ritroviamo attorno al ’72-’73, un curioso riflusso che soffoca i movimenti, il loro spontaneismo. Io credo che Sacco e Vanzetti sia stato un po’ il film bandiera di questa generazione”. (Giuliano Montaldo)

Sacco e Vanzetti è un film del 1971 diretto da Giuliano Montaldo, con Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla. Il film narra la vicenda realmente accaduta a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Unitia inizio Novecento. Una straordinaria opera sull’intolleranza, sia politica che razziale, narrata attraverso la tragedia dei due immigrati italiani Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti che nel 1920 furono falsamente accusati di omicidio di primo grado e rapina a mano armata e poi, nel 1927, giustiziati sulla sedia elettrica. Nel 1977, anche grazie all’azione di denuncia del film di Montaldo, all’anima di questi due martiri dell’era moderna è stata restituita una simbolica ma effimera dignità con il riconoscimento ufficiale della tendenziosità del processo. Narrando di un evento storico ben noto agli spettatori, Montaldo non vuole curarsi di presentare psicologicamente i personaggi e perciò incentra tutto il film sul processo. L’iniquo verdetto di condanna a morte contro i due anarchici italiani, accusati di rapina a mano armata ed omicidio, suscita emozione e rabbia in tutto il mondo. Lo sdegno diviene ancora più grande quando, durante sette lunghi anni, vengono preordinatamente respinte tutte le richieste di apertura del processo e di revisione del giudizio avanzate dai difensori dei due imputati. La definitiva esecuzione non eliminerà il pesante sospetto che Sacco e Vanzetti siano stati giudicati più per la presunta pericolosità delle loro idee politiche che per il capo d’accusa loro addebitato.                              

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.                         LA DIRIGENTE SCOLASTICA
.                              Prof.ssa Giuliana Vazza
.             (Firma autografa omessa ai sensi dell’art. 3 C.2 del D. LGS. 39/93)